Andiamo a scoprire uno dei favoriti della gara senior di domenica a Lissone. Il genovese Andrea Ghia (foto sopra in maglia rossa) è stato intervistato ieri, mercoledì 21 febbraio, sulle pagine sportive de Il Secolo XIX da Claudio Paglieri. Leggiamo cosa dice della sua vita, della sua atletica e di cosa pensa della corsa campestre. La testa c'è, domenica vedremo se avrà anche le gambe per "domare" il Bosco Urbano di Lissone.
"ANDREA GHIA, 24 anni, mezzofondista di punta del Cus Genova, ha da poco centrato la miglior prestazione ligure di sempre sui 10 km su strada (31’04”). Una gara abbastanza insolita per un atleta che predilige la pista. Ad allenarlo è Giorgio Rondelli, col quale il rapporto è cominciato per corrispondenza ed è poi proseguito a tu per tu grazie al trasferimento di Ghia a Milano per motivi di studio.
Ghia, 10 chilometri per lei sono tanti…
«Di solito faccio i 1500, ho anche un passato da siepista, ma ho scelto i 1500 perché per me sono la gara più divertente e quella dove ho avuto i migliori risultati. Faccio ancora qualche 800 e qualche 3000 e 5000, mi considero polivalente».
Perché la gara su strada?
«D’inverno, con Rondelli ma anche in passato, ho sempre corso tanto. In questo periodo ci sta darsi alle lunghe distanze, da un paio di anni faccio anche qualche uscita competitiva su strada,e quella di Magenta è stata la migliore omologata. Ma la finalità sono poi sempre le gare in pista».
Quali vantaggi può dare la strada a un pistaiolo?
«Le gare in strada ti danno una buona base aerobica, e poi impari a soffrire per un tempo abbastanza lungo, sia mentalmente sia fisicamente. Ti fortificano. E interrompono anche la monotonia degli allenamenti, facendoti vivere un clima agonistico. Ho fatto anche un paio di cross in Lombardia e in Liguria. Il cross è davvero utile, è un lavoro molto muscolare, sia di forza che organico. Trovi fango, a volte neve, terreno duro. È la specialità più impegnativa».
E la pista può essere utile per uno stradaiolo?
«Certo, ti dà brillantezza, ritmo,“velocità”, secondo me è utile agli amatori che vogliono trovare maggiore freschezza di gambe. Le ripetute in pista ti sbloccano e rompono le abitudini. Qualche “sgasata” ogni tanto è utile e divertente».
È vero, come dice qualcuno, che la pista è come il conservatorio e la strada come una banda musicale?
«Sono di parte ma sono d’accordo,l’atletica vera la fai in pista anche se ad altissimi livelli le mezze maratone e le maratone hanno atleti formidabili. Che comunque sono passati dalla pista».
E a Milano come si trova?
«Bene, posso allenarmi con un bel gruppo di 5-6 atleti forti. La fatica condivisa aiuta, e anche la competizione interna è stimolante per tutti. Certo, Genova un po’ mi manca».
Il prossimo obiettivo?
«I Campionati Italiani di Cross a Gubbio, l’11 marzo. Lo dico sottovoce, ma vorrei giocarmi la chance di andare ai Mondiali Universitari. Sarebbe un sogno».